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Regolamentazione dei giochi a distanza

Regolamentazione Giochi a DistanzaMarzo 2012. In meno di sei mesi arriva la seconda doccia fredda dalla Corte di Giustizia Europea che boccia i giochi online.

La mancanza di un'unica regolamentazione dei giochi a distanza, uguale per tutti i Paesi dell'Ue è causa di profonde controversie.
Il tutto si ingigantisce dopo il risultato della sentenza che il mese scorso ha visto uscire vincente il bookmaker Stanleybet, la quale ha messo in chiaro risalto la grande confusione che regna nella materia dei giochi di scommessa in tutti i Paesi della Comunità Europea.


Attualmente esistono troppe leggi contrastanti, che puntano esclusivamente a salvaguardare le finanze dei Paesi piuttosto che preservare la sicurezza dei giocatori europei.

Inutile evidenziare che di mezzo ci sono grandi interessi. Come qualcuno si ricorderà, fino a qualche mese fà, in Italia, erano vietati i giochi di Casinò. Prima della legalizzazione dei giochi fu fatta una vera e propria battaglia alle Case da gioco virtuali, con tanto di oscuramenti e campagne mirate a sensibilizzare i potenziali giocatori italiani a "spendere" i propri soldi in siti legali e autorizzati da aams.
L'Italia, inizialmente, aveva deciso di contrastare i giochi d'azzardo. Demonizzandoli ed escludendoli dal proprio spazio-web. Successivamente, è stato deciso di legalizzare i giochi a distanza per risanare le casse dello Stato, quantificando un giro d'affari che avrebbe fruttato quasi come una mezza finanziaria. Creando di fatto i cosidetti Casino online italiani e stranieri.

L'incongruenza stà tutta qui. Ogni Stato dell'Ue, Italia in testa, ha imposto un regime di licenze con il solo scopo di risanare le proprie casse. Mentre le società dei giochi a distanza, reclamano un mercato unico per tutto il vecchio continente.
La situazione attuale è che, queste società, hanno già pagato per ottenere licenze e certificazioni per operare online. Ma si ritrovano a pagare nuove imposte per essere presenti in tutti quei stati che richiedono una tassazione aggiuntiva per operare con i propri cittadini. Non solo, devono anche sostenere dei nuovi costi per modificare i propri palinsesti per adeguarli ad ogni singola richiesta.

Contrariamente, se esistesse un'unica regolamentazione uguale per tutti negli interessi della comunità europea. Tutte queste aziende non dovrebbero sopportare inutili spese.
La Corte di Giustizia europea si è espressa molto chiaramente dando ragione alle società di gambling e puntando il dito verso tutti quest Paesi che impongono una tassazione come avviene per i casino legali aams.

Ricordiamo che l'industria del gioco è un settore fiorente dell'economia europea, una splendida realtà che offre occupazione a migliaia di giovani.
 

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